Un nuovo gioco inclusivo…
22/05/2024 Nei giorni scorsi nel comune di Dozza è stata installata una struttura gioco in un parco ed è stata presentata ai cittadini tramite i mezzi di informazione e la pagina facebook come “un nuovo gioco inclusivo” dal costo di 8mila euro finanziati grazie alle risorse previste dal fondo per “l’inclusione delle persone con disabilità”.
Come nostra abitudine abbiamo lasciato un commento sotto al post, non con lo scopo di criticare ma per cercare di far riflettere i cittadini e soprattutto le persone che lavorano nel comune di Dozza. Noi abbiamo a cuore il diritto al gioco dei bambini con disabilità e vedere l’ennesimo giochino definito inclusivo, installato su prato/terra battuta ci fa rabbia! Ci fa rabbia perché nessun bambino con disabilità motoria medio/grave potrà usare questo gioco ma l’amministrazione lo definisce inclusivo. Ma chi include? Ci piarebbe saperlo…
Proviamo a spiegarlo di nuovo: I GIOCHI INCLUSIVI NON ESISTONO. Non esistono perché nessuna struttura gioco è in grado di includere tutti i bambini con disabilità perché le disabilità sono tante, molto differenti tra loro e ogni bambino con disabilità ha difficoltà e necessità differenti. Come può una singola struttura accontentare tutti? Senza poi tirare in ballo la questione del terreno su cui è posato il gioco e il terreno attorno al gioco. Prato e terra battuta non sono considerati terreni facilmente accessibili a utenti con ridotta capacità motoria in quanto la pioggia, il sole cocente, la neve possono essere agenti in grado di creare buche, dossi, grandi pozze di acqua…
Prendiamo come esempio la struttura gioco in foto, lungi da noi voler criticare il comune di Dozza o l’azienda che ha prodotto la struttura gioco ma vogliamo invitare tutti a riflettere! L’azienda che ha prodotto questa piccola torretta con scivolo e pannello ludico ha deciso che si tratta di un gioco inclusivo e lo scrive sul proprio catalogo cartaceo e/o sito web. Il comune di Dozza, avendo a disposizione dei fondi destinati all’inclusione delle persone con disabilità consulta il sito dell’azienda, vede il gioco, il costo corrisponde più o meno ai fondi a disposizione e lo acquista e installa nel parco. E i bambini con disabilità? Loro resteranno a guardare perché quasi nessun bambino con disabilità motoria potrà utilizzarlo. Analizziamo il gioco: c’è una scala che non è certo accessibile a chi non può camminare e neppure a chi cammina con difficoltà perché dovrebbe essere accompagnato da un adulto ma il passaggio è stretto e in due è impossibile stare affiancati ma in ogni caso è una normalissima scaletta come quelle dei giochi classici. C’è anche una pedana di salita/discesa ma su di essa sono inchiodate trasversalmente delle assi per cui non è percorribile in carrozzina e anche se lo fosse non servirebbe, il piccolo spazio quadrato a cui conduce è piccolo, non in grado di ospitare una sedia a ruota. È utile a chi cammina con difficoltà? No perché non è dotata di corrimano e le travi potrebbero far inciampare. Può essere gattonabile? Probabilmente sì. Dall’esterno ci sono dei pannelli ludici che potrebbero essere fruibili anche in carrozzina ma non hanno nulla di diverso dai normalissimi pannelli ludici che sono sempre esistiti nei cataloghi dei giochi per cui non si comprende come mai questo gioco venga definito inclusivo. Vogliamo prendere in considerazione una disabilità differente come quella sensoriale? Ad esempio a un bambino cieco questo gioco non offre alcuna facilitazione, anzi potrebbe inciampare nella rampa di risalita. A un bambino con autismo questo gioco offre facilitazioni? Pare di no. E neppure a chi è sordo o ha un ritardo cognitivo. E allora cos’ha questo gioco di così diverso rispetto a uno “classico” che lo rende inclusivo? A nostro parere nulla. Non è neppure possibile affermare che sia un gioco adatto a chi ha una disabilità motoria lievissima perché in quel caso, il bimbo potrebbe salire su una torretta con scivolo classica quasi del tutto identica a questo gioco.
Esistono i giochi inclusivi? Assolutamente no! Quando leggete “gioco inclusivo” sappiate che si tratta di una definizione assegnata dall’azienda che ha prodotto quel gioco e ha stabilito in autonomia che è inclusivo ovvero è accessibile e fruibile da parte di bambini con disabilità. Ma quali? Non si sa. Come può un singolo oggetto includere? Esistono computer inclusivi? Automobili inclusive? Quaderni e libri inclusivi? Se la risposta è no, allora non esistono neppure i “giochi inclusivi”. Esiste una scuola inclusiva, un laboratorio inclusivo e un parco inclusivo: è il luogo che deve creare opportunità di inclusione! Pensate all’altalena a cestone o ai pannelli ludici: esistono da tantissimo tempo ma da quando si parla di “aree gioco per tutti” sono diventati giochi “inclusivi”. Un’altalena a cestone installata in un parco 20 anni fa era un’altalena a cestone, nulla di più. Oggi è diventata un’altalena inclusiva. Mah.. E pensare che ci sono bambini che non riescono a utilizzare neppure i pannelli ludici a causa di disabilità gravissime…
Non esiste alcuna normativa che regolamenta la realizzazione di strutture gioco inclusive e anche se in passato abbiamo creduto per un breve periodo che potesse essere qualcosa di utile, riflettendoci bene insieme a tante mamme, abbiamo capito che non possono essere stabiliti dei criteri per cui una struttura potrebbe essere certificata come inclusiva e una come classica. Le esigenze di ogni bambino e bambina con disabilità sono molto varie, si rischierebbe di prendere in considerazione la disabilità lievissima escludendo quindi dal gioco tanti bambini.
Non è possibile parlare di giochi inclusivi mentre possiamo pensare a un parco giochi inclusivo. Inclusivo può essere un parco giochi se offre agli utenti un’area accessibile in autonomia e tante strutture gioco in modo da assicurare divertimento al maggior numero di utenti possibili che dovrebbero poter giocare insieme e socializzare. In questo parco giochi dovranno essere installate strutture il più differenti possibili in modo che ogni bambino (con esigenze differenti), possa trovarne almeno un paio su cui può salire e divertirsi. Sicuramente sarà impossibile che tutte le strutture siano utilizzabili da parte di tutti perché non è corretto eliminare lo scivolo dal parco solo perché potrebbero essere presenti bambini che si spostano in carrozzina e non possono salire le scale, ma si potrebbe pensare a uno scivolo la cui cima è raggiungibile tramite una rampa. Quando si scelgono le altalene sarebbe bene sceglierne una classica con il sedile a tavoletta, una a gabbietta per i bambini piccoli (che hanno esigenze differenti da quelli sopra i 5/6 anni), una con schienale e cinghie di sicurezza in grado di accogliere chi può lasciare momentaneamente la carrozzina e ha bisogno di un sostegno per la schiena in quanto non riesce a controllare busto e capo… E poi ancora tubi parlanti per poter parlare a un amico che si trova dall’altra parte del parco, una bella barchetta con timone per far finta di navigare, ricordiamoci di lasciare un ingresso ampio in modo che tutti (a piedi o in carrozzina), possano entrarci. E se nel parco ci fosse un gioco d’acqua in grado di stimolare i sensi di chi non vede? E una giostra girevole installata raso terra su cui si può salire in piedi ma anche con la carrozzina? E se ci fosse un trenino con i vagoni e su alcuni si potesse salire in carrozzina? Non sarebbe un parco bellissimo e in grado di accogliere tutti i bambini? Naturalmente l’elemento imprescindibile sarebbe l’accessibilità ovvero vialetti in materiale liscio e pianeggiante per poter raggiungere con facilità e in autonomia ogni zona di interesse del parco, magari pure dei cordoli o qualche altro elemento in grado di guidare una persona cieca, colori contrastanti per chi è ipovedente. Le panchine? Panchine di diverso tipo per far riposare i genitori, nonni, baby sitter.
Si può realizzare un parco inclusivo ma non si può parlare di un singolo gioco inclusivo, soprattutto se non offre alcun tipo di facilitazione a un bambino con disabilità rispetto a una struttura classica. Come si realizzare un parco giochi inclusivo? Spesso grazie alla progettazione partecipata, ascoltando le esigenze di diverse tipologie di utenti. Le amministrazioni hanno il dovere di accertarsi che ogni spazio pubblico sia accessibile e fruibile a tutti gli utenti, anche coloro che hanno una disabilità. E hanno anche il dovere di avviare percorsi partecipati come indicato anche nel DECRETO 7 febbraio 2023 “Criteri Ambientali Minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di parchi giochi, la fornitura e la posa in opera di prodotti per l’arredo urbano e di arredi per gli esterni e l’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria di prodotti per arredo urbano e di arredi per esterni.”
Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti
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