Riflessioni Vorreiprendereiltreno sulle panchine “inclusive”
05/11/2023 Riflessioni da parte di Vorreiprendereiltreno, (Iacopo Melio), sull’installazione di panchine “inclusive” nel comune di Capri proposta dall’ Associazione Capri senza Barriere.
- Non sono “panchine inclusive” ma semmai l’ultimo esempio di «mala inclusione», frutto di una convinzione culturale totalmente sbagliata che, purtroppo, negli ultimi anni ha sempre più preso piede, facendo diventare anche questo oggetto di arredo urbano ormai di moda.
- “appositamente studiate e previste per i diversamente abili” ci piacerebbe proprio sapere da chi, visto che sono completamente sbagliate proprio sul fronte pratico: le carrozzine hanno quasi tutte uno schienale, perciò avendo la panchina a sua volta un altro schienale, molte carrozzine (soprattutto le più ingombranti come quelle a motore) dovranno stare molto più in avanti rispetto alla panchina stessa, rendendo così difficoltoso guardare o parlare con chi siede accanto, soprattutto quando si è impossibilitati a muovere il collo. Il posto per le carrozzine c’è già: a sinistra o a destra di ogni panchina comune. O magari davanti, in senso opposto, per vedersi in faccia.
- Ci stupiamo non poco che un’associazione, che dovrebbe lottare contro le barriere, possa aver anche solo pensato di proporre questa soluzione: “forzare” un posto apposito significa enfatizzare la disabilità e questa non è vera inclusione ma “abilismo indiretto”, cioè discriminazione (non intenzionale, ci mancherebbe, ma ugualmente dannosa perché alimenta un’idea tecnicamente sbagliata dell’accessibilità e dell’inclusione).
Diciamo anche un forte NO alle strumentalizzazioni: queste panchine, ormai tanti lo hanno compreso, sono state fatte solo ed esclusivamente per non far sdraiare le persone (quali lasciamo voi immaginarlo)! Chi le vuole installare abbia almeno il coraggio di dichiararlo senza utilizzare scusanti come quelle di dire che servono alle persone con disabilità! - Questa tipologia di panchina DISCRIMINA Le persone sorde perché li obbliga a stare ai lati, mentre loro avrebbero bisogno di stare al centro per poter avere il suono che arriva con la stessa intensità da tutti i lati e per poter leggere il labiale.
In conclusione queste panchine sono il classico strumento installato da chi magari è pure mosso da buone intenzioni, ma con scarsissime competenze in materia.
Questo accade quando si agisce per “buon cuore” senza affidarsi alla consulenza degli esperti che su questo lavorano seriamente: le “buone intenzioni” e la sensibilità non bastano, servono competenza e consapevolezza quando facciamo qualcosa riguardante la disabilità.
Il testo riportato sopra appartiene all’associazione VORREIPRENDEREILTRENO ma così importante che abbiamo pensato di trascriverlo qui. Fonte originale: https://www.facebook.com/photo?fbid=742251027941914&set=a.329084612591893
Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti
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