Riflessioni arc. Valeria Tatano sulle panchine “inclusive”
30/11/2023. Panchine per tutti tra inclusione e design ostile
Le panchine sono oggetti familiari che ci consentono di abitare paesaggi urbani e naturali. Si incontrano nei parchi, nelle piazze di piccoli borghi, e ovunque ci sia una veduta su cui potersi soffermare, permettendo una sosta veloce o un riposo più lungo.
In anni recenti è apparso sul mercato un nuovo modello di panchina definita come “inclusiva”, in quanto destinata ad accogliere una persona in carrozzina grazie all’assenza del posto centrale, restituito come un vuoto dotato di schienale, contraddistinto dal simbolo internazionale di accessibilità (figura stilizzata sedia a ruote con persona seduta). La nuova panchina ha avuto un notevole riscontro, in particolare da parte delle amministrazioni locali, mentre diverse perplessità sono state sollevate dai portatori d’interesse che evidenziano come la collocazione della persona nello spazio vuoto non sia funzionale, in quanto le carrozzine sono dotate di schienale o di maniglie che impediscono ai fruitori di allinearsi con gli altri occupanti, rimanendo molto più in avanti rispetto alla seduta, oltre al fatto che risulta problematico guardare chi siede accanto, soprattutto quando si hanno difficoltà fisiche nel muovere il collo o la parte superiore del corpo. Un altro aspetto importante riguarda l’idea di “apparente” inclusione che trasmette la panchina, concentrata nel fornire uno spazio specifico per le persone in carrozzina, mentre l’approccio a livello internazionale è orientato alla realizzazione di spazi e oggetti accessibili e fruibili dal maggior numero di utenti, come indica, ad esempio, il primo dei sette princìpi dell’Universal Design: usabilità equa, secondo il quale un prodotto dovrebbe evitare la segregazione o la categorizzazione di qualsiasi utilizzatore.
Quali caratteristiche definiscono una panchina come “inclusiva”? Le indicazioni per la progettazione di panchine presenti nella manualistica dedicata ai temi dell’accessibilità forniscono le dimensioni più idonee da utilizzare dal punto di vista ergonomico e pongono l’attenzione sulla necessità che esse siano dotate di braccioli per aiutare le persone, specie se anziane, a sedersi e sollevarsi con facilità, oltre a costituire un appoggio per le braccia. Ma soprattutto i manuali sottolineano come l’accessibilità di un elemento di seduta sia direttamente collegata alla sua collocazione nell’ambiente; pertanto, una panchina non deve essere di intralcio alla mobilità e se è posta lungo percorsi o sentieri deve mantenere uno spazio antistante libero di almeno 60/70 cm, garantendo anche lateralmente uno spazio idoneo per l’accostamento di carrozzine e/o di passeggini. Criteri che si ritrovano nella Norma UNI CEN EN 17210: 2021 relativa all’accessibilità dell’ambiente costruito, che fornisce indicazioni utili alla progettazione di panchine e di sedute per i luoghi in cui siano previste aree adibite alle file di attesa.
La norma consiglia, in particolare, di predisporre una varietà di posti con diversa altezza, larghezza e “caratteristiche aggiuntive, come braccioli o schienali, ove appropriato, per consentirne l’uso da parte di chiunque, indipendentemente dalla statura”, anche utilizzando braccioli ribaltabili che soddisfano una gamma più ampia di utenti. Per le file di sedute o in prossimità di una panchina la UNI 17210: 2021 indica di lasciare uno spazio libero adeguato a permettere alle persone in sedia a rotelle “di rimanere nel loro dispositivo di mobilità su ruote e sedersi accanto ai compagni”.
L’accessibilità complessiva dello spazio, prima ancora del singolo oggetto, è ribadita dai CAM, Criteri ambientali minimi per i prodotti dell’arredo urbano che hanno lo scopo “di evidenziare l’importanza non solo di saper offrire e scegliere prodotti e soluzioni progettuali capaci di garantire adeguati risultati sotto il profilo ambientale, ma anche di tener conto delle diverse esigenze funzionali dei cittadini, dei turisti e dei fruitori, in relazione all’accessibilità, alla fruibilità e all’importanza anche delle scelte sotto il profilo estetico e paesaggistico, al fine di valorizzare il territorio e fornire un miglior servizio alla collettività”.In questo senso, attrezzature ed elementi di arredo urbano possono diventare “uno strumento capace di condizionare il modo di usufruire dello spazio pubblico e, quindi, di indirizzare la socialità negli spazi di uso collettivo”. Per i parchi gioco inclusivi, ad esempio, non è sufficiente la presenza di uno o più giochi definiti dalle aziende fornitrici come “accessibili ai bambini con disabilità”. Giochi e attrezzature devono essere scelti secondo princìpi di progettazione universale per garantire accessibilità, usabilità e fruizione d’uso di un’ampia platea di utenti, in modo che possano giocare insieme facilitando la sperimentazione, la socializzazione, l’incontro e la relazione tra bambini con e senza disabilità
Le panchine devono essere scelte e collocate in base a un progetto complessivo che valuti, tra i molti aspetti, la fruibilità delle pavimentazioni e dei percorsi, la flessibilità di impiego, e preveda anche la collocazione di elementi vegetali “per ombreggiare le zone per le attività ludiche e le aree dove sono collocate le panchine, al fine di configurare un contesto in cui la natura è inclusa tra gli elementi cardine del progetto”. Confrontando queste caratteristiche con la panchina “inclusiva” emergono diverse criticità dato che la soluzione con il foro centrale non affronta la questione dei diversi ingombri delle persone e dei loro ausili, trascura ogni riferimento alle norme esistenti, e concentrandosi sul singolo oggetto non considera il luogo in cui va posizionata e le possibili modalità di uso e accostamento degli utenti, permettendo a tutti di scegliere se spostarsi sulla panchina o meno, affinché ognuno adotti il modo più idoneo alle sue capacità e desideri. Fondamentale, inoltre, per una panchina che intenda offrire sicurezza e comodità di impiego, è che sia dotata di braccioli, non presenti in tutti i modelli. Questo componente è responsabile di una potenziale contraddizione perché può rendere la panchina più o meno fruibile, ma anche trasformarla in un esempio di architettura ostile, dato che i braccioli intermedi rendono impossibile distendersi e dormirvi, una prassi che in alcune città è stata scoraggiata attraverso l’eliminazione delle panchine stesse o l’installazione dei braccioli come strategia per controllare il comportamento delle persone.
Fonte SPECIE DI SPAZI / SPECIES OF SPACES: Promuovere il benessere psico-fisico attraverso il progetto / Fostering psycho-physical well-being by design. Articolo Valeria Tatano: https://www.anteferma.it/aob/index.php/antefermaopenbooks/catalog/view/SDS_DSA/20/138
Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti
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