Intervista a Ludovica G. sui parchi inclusivi
26 Ott 2017

Intervista a Ludovica G. sui parchi inclusivi

Abbiamo chiesto ad alcuni studenti che hanno scelto come argomento per la tesi i parchi gioco inclusivi o parchi accessibili e fruibili da parte di un’ampia tipologia di utenti di rispondere a qualche domanda. Queste sono le risposte di Ludovica. Grazie!

  • Quale Università/facoltà hai frequentato e per quale motivo. Mi sono laureata dopo aver frequentato il corso di laurea triennale in Scienze dell’Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze e attualmente sono iscritta alla specialistica in Architectural Design nella stessa Facoltà. Ho scelto questo percorso di studi per l’interesse verso la salvaguardia dell’ambiente e delle persone da conseguire con le migliori scelte funzionali, materiche ed estetiche che vanno di pari passo con quelle etiche. Ho sempre avuto un’inclinazione verso l’essere disponibili e l’aiutare le persone per cui le capacità di un architetto possono essere molto utili, nel quotidiano e nei grandi interventi.

 

  • Qual è il lavoro a cui aspiri? In futuro vorrei essere un architetto impegnato, in associazione con colleghi ed altri professionisti, nel campo del restauro, recupero e della riqualificazione ambientale.

 

  • Perché hai scelto di fare la tesi su un argomento così particolare? Il tema della mia tesi comprendeva il recupero seppur parziale di una scuola materna ad Arezzo situata in una zona verde di dimensioni sufficienti alla creazione di un vero e proprio parco. L’edificio prevedeva l’utilizzo da parte di qualsiasi utente indifferentemente dalle disabilità di tutti gli spazi: ma cosa poteva rendere quindi anche tutto il parco accessibile? E’ nata praticamente spontanea la necessità di progettare un parco inclusivo senza sapere nemmeno della loro esistenza che purtroppo in ambito accademico non è assolutamente diffusa.

 

  • Come sei venuto a conoscenza delle aree gioco presso le quali anche i bambini con disabilità possono giocare? Devo moltissimo al lavoro di Claudia Protti e Raffaella Bedetti pubblicato nel blog ”Parchi per tutti” perché è stato il mio punto di riferimento per tutta la ricerca di tesi.

 

  • Quale è stata la cosa più difficile nel tuo percorso riguardante i parchi per tutti? Cosa ti ha colpito, quali aspettative avevi e in cosa sei rimasto deluso? Hai riscontrato che la realtà è differente da ciò che avevi immaginato? Sicuramente l’aspetto legislativo e normativo della progettazione di aree gioco inclusive è disorientante non essendo stato mai formalizzato. Fortunatamente ho avuto molte informazioni dal comune di Jesolo che ha per la prima volta in Italia pubblicato delle regole ufficiali (per il proprio municipio ma che possono essere applicate in ogni area gioco) sotto il nome di ”Linee guida Stessi Giochi Stessi Sorrisi”; per il resto, ho fatto riferimento alla normativa americana e ho studiato le schede tecniche delle aziende che producono giochi ed arredo urbano per parchi inclusivi. Quando il mio progetto di tesi era ben delineato, è passato sotto l’occhio attento di Iacopo Melio, fondatore della onlus Vorreiprendereiltreno che si batte per il rispetto e l’inclusione delle persone con disabilità, da cui è nato un’amicizia. Poter trovare un interesse e un’energia propositiva spontanei nelle persone è stata una splendida sorpresa ma purtroppo siamo ancora lontani dall’ufficializzazione delle normative.

 

  • Quali parchi hai visitato e cosa ti è rimasto impresso, (ambiente circostante, strutture gioco, presenza di tante o poche persone, qualche particolare, …). Qual è a tuo parere l’elemento imprescindibile di un’area gioco inclusiva? Ho avuto il grandissimo piacere di incontrare Claudia Protti e il designer Fabio Casadei (autore del progetto) a Rimini nell’aera giochi inclusiva ”Tutti a bordo” e proprio Claudia mi ha fatto da guida in questa ed altre aree gioco nella zona. Si tratta di un’area giochi nata dal desiderio espresso dalla mamma Elvira Cangiano di poter portare i propri figli in un parco giochi adatto a tutti e che ha trovato nel Comune di Rimini la risposta adeguata. E’ stata una grande possibilità per me ovviamente osservare i dettagli del progetto: la pavimentazione e l’integrazione con l’ambiente circostante sono state al centro della mia attenzione insieme con gli elementi che trasformano un gioco ”standard” in uno accessibile come rampe, appoggi, maniglie, pedane e sedute. Quello che però ha veramente catturato la mia attenzione è stato la gioia dei bambini e dei loro genitori tra cui la Sig.ra Cangiano il cui sguardo diceva più dei racconti delle esperienze vissute avendo un figlio con disabilità. Credo che l’impegno che le persone mettono nel sostenere un progetto per le loro necessità o, come in questo caso, in quelle dei loro figli, debba essere assolutamente premiato con un’opera di architettura e del verde che addirittura superi le loro aspettative, così come lo scivolo-serpente Tuiotù ha saputo fare.

 

Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti

 

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