Buongiorno amici, come vi avevamo anticipato siamo state invitate a partecipare a una trasmissione che è andata in onda su Icaro TV giovedì 16/02/17 “Come se fosse facile” che approfondisce tematiche sociali. Naturalmente siamo state veramente felici di accettare e di aver avuto la possibilità di parlare di parchi giochi inclusivi insieme ad Elvira Cangiano, ringraziamo quindi tantissimo Icaro TV, Stefano Rossini e anche Silvia Sanchini che ci ha sostenute in maniera fantastica.
Godetevi il video, è un po’ lungo: ben 37 minuti ma vi assicuriamo che val la pena guardarlo, o anche solo ascoltarlo perché oltre a qualche dato riguardante la situazione italiana su parchi e progettazione si è parlato tanto di bambini e diritto al gioco, Raffaella ed Elvira hanno espresso dei pensieri bellissimi! Se tutti i Sindaci ascoltassero questi 37 minuti, (con il cuore però, non con le orecchie!), forse in Italia avremmo molti più parchi gioco inclusivi, non solo sulla carta ma inclusivi per davvero! Perché non puoi restare impassibile quando ascolti una mamma raccontare di quanto sia bello portare il proprio figlio al parco e vederlo giocare con altri bambini, ecco: pensate che non tutte le mamme possono compiere questo semplice gesto così importante per i bambini. Se non vi hanno convinto le mamme pensate alle frasi pronunciate dai figli di Elvira… Mi ricordo che il piccolino quando siamo arrivati mi ha detto: “io l’avevo sognato”. Questa cosa mi ha lasciato senza parole. Invece la più grande che si lasciava ciondolare sull’altalena a cestino, è stata fortissima perché mi ha detto “questa sì che è vita”.
Naturalmente, a causa dell’emozione, ci siamo dimenticate di ringraziare, oltre alle amministrazioni di Santarcangelo e Rimini, tutte le persone coinvolte nel progetto partecipato per la realizzazione del parco Tutti a bordo!: Carla Franchini che ha proposto una mozione nel lontano dicembre 2012, le associazioni: UICI sez. di Rimini, UILDM sez. di Rimini, Crescere Insieme, Papa Giovanni XXIII, Fabio Casadei Designer.
Se volete ascoltare solamente alcune parti qui sotto le domande e il minuto di riferimento del video:
1:28 Claudia, cos’è un parco inclusivo?
2:27 Raffaella, cosa c’entrate voi con il parco giochi inclusivo di Santarcangelo?
4:48 Quando è nato il blog Parchi per Tutti? 5:40 Attualmente il vostro blog è un po’ il punto di riferimento per chi cerca informazioni?
6:50 Claudia, come ha reagito il Comune di Santarcangelo?
7:20 Elvira, ci racconti l’esperienza di Rimini con il parco inclusivo?
11:00 A Santarcangelo in che situazione è il parco a cui voi avete contribuito?
13:18 Come reagiscono adulti e bambini di fronte alla disabilità?
16:44 Elvira: Il parco giochi inclusivo amo definirlo un laboratorio a cielo aperto di inclusività e socializzazione perché i bambini imparano giocando. Una comunità che da vita a un parco inclusivo è una comunità lungimirante che crea cultura.
18:00 Claudia, quanti sono i parchi inclusivi in Italia?
19:50 Raffaella, il parco giochi è inclusivo ma la città?
23:28 Elvira: il gioco con il bambino disabile spesso è mediato dall’adulto e volto all’acquisizione di capacità, viene considerato un’attività terapeutica, mentre al parco giochi il bambino può sperimentare il gioco come puro divertimento.
25:20 Cristian al parco gioca con gli altri bambini.
27:45 Claudia, ho letto sul vostro blog che lamentate la mancanza di un progetto di un parco inclusivo
29:30 Claudia, come avete visto cambiare la situazione in questi ultimi tre anni?
31:14 Elvira, vorrei chiederti l’importanza del gioco per i bambini. Per i bambini disabili o per i bambini e basta?
35:00 Il nostro serpente Tuiotù
Claudia: Un parco giochi inclusivo, lo dice la parola stessa, è un parco che include tutti, uno spazio privo di barriere dove sono installati giochi il più possibile accessibili e fruibili da parte di tutti i bambini. Con tutti si intendono bambini che possono correre, bambini che stanno sulla carrozzina, bambini ciechi, qualsiasi bambino, anche chiaramente bambini normodotati perché è appunto un parco per tutti. Non sarebbe giusto dividere i bambini in due gruppi, tutti devono giocare insieme e questo è un parco dove possono andare tutti e tutti si devono divertire insieme. Raffaella: I bambini cosa fanno? Giocare, divertirsi tra di loro, fare esperienze, confrontarsi, sbagliare, cadere ma lo devono poter fare. I primi giorni eravamo un po’ titubanti, va beh: scriviamo il nostro pensiero, lanciamo qualcosa, mettiamo una provocazione. E poi invece nel giro di breve è diventato un lavoro a tempo pieno con richieste di consigli, mail, ci arrivavano segnalazioni… Elvira: Mi ricordo che il piccolino quando siamo arrivati mi ha detto: “io l’avevo sognato”. Questa cosa mi ha lasciato senza parole. Invece la più grande che si lasciava ciondolare sull’altalena a cestino, ce l’ho registrata, è stata fortissima perché mi ha detto “questa sì che è vita”. Resta un diritto negato nel momento in cui una comunità non si attiva per realizzarlo, direi una comunità sorda, una comunità cieca che non vuole sentire, che non vuole vedere e pensa che l’altro non sia capace di desiderare, volere, che non sappia fare.
Alcune frasi estrapolate dal video:
In genere il gioco con il bambino disabile è spesso mediato dall’adulto e visto in chiave terapeutica e riabilitativa. Non come gioco fine a se stesso e divertimento. In un parco inclusivo il bambino disabile ha la possibilità di sperimentare un’esperienza di gioco gioiosa, di puro divertimento e quindi grande benessere. È un’esperienza che lui fa in maniera più o meno autonoma e libera socializzando.
Il gioco è un bisogno di tutti i bambini. Il diritto al gioco come attività di pure divertimento è un diritto di tutti.
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