Solo i parchi davvero inclusivi cambieranno le cose
Sul caso di Imperia, (altalena per utenti in carrozzina chiusa ad Imperia perché rotta e in attesa del pezzo da sostituire), Elvira Cangiano, che vive a Rimini e ha tre figli, di cui due in carrozzina per una malattia genetica che impedisce loro di camminare, non ha dubbi: “Il problema è molto più ampio. E riguarda il senso civico, l’educazione, il rispetto per gli altri e per il bene pubblico. Nello stesso parco inclusivo di piazzale Fellini, che ho convinto l’Amministrazione a progettare, capitano cose impensabili: da poco, per esempio, è scomparso un fiore parlante, di quelli dove ci mette l’orecchio per ascoltare la voce che arriva dall’altra parte.
Certo che è che Elvira, che il mondo della disabilità lo conosce bene, all’altalena per carrozzine inserita in un parco tradizionale, il più delle volte senza eccessiva sorveglianza, preferisce un parco giochi inclusivo: “Il discorso che dev’esserci alla base è diverso: per superare le barriere, sia mentali che architettoniche, costruiamo parchi a misura di tutti, dove i bambini – non importa in che condizioni – possano condividere, giocare insieme, scambiarsi due chiacchiere”.
I bambini disabili non sono extraterrestri incapaci di provare piacere. Andiamo avanti.
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Claudia Protti & Raffaella Bedetti – © Parchi per Tutti